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© Luca Frassineti

Fotografia 3.132 visualizzazioni

La fotografia manipolata e lo spot del governo contro i "parassiti"

30/09/2011

All’incirca verso il 1854, dai campi di battaglia della Crimea (1853-1856), stavano arrivando, all’opinione pubblica, resoconti drammatici sulle condizioni dei soldati inglesi, scarsamente equipaggiati e in un clima terribile
Roger Fenton, di buona famiglia, fotografo di successo, frequentatore dei circoli aristocratici inglesi, ricevette nel 1855 dal suo Governo l’incarico di documentare, fotograficamente, quella guerra, con l’espresso divieto di immortalare cadaveri e feriti: per rassicurare l’opinione pubblica, attraverso l’oggettiva verità della fotografia.

Fenton divenne, per la Storia, il primo fotografo di guerra, anche se tra gli oltre 300 scatti che realizzò non compare neppure una scena di combattimento. E’ pur vero che non doveva certo essere facile fermare una scena di battaglia con quelle apparecchiature ingombranti, pesanti, delicate e complesse, da posizionare ogni volta su un treppiede, e con una lastra al collodio che doveva essere processata entro 15 minuti dalla preparazione (ricordiamo che solo 15 anni prima non si riusciva a fissare neanche una natura morta).

C’era anche il problema delle alte temperature che deterioravano rapidamente i prodotti chimici necessari. E poi Fenton aveva studiato arte, frequentava salotti, era avvocato. Si può capire che non fosse troppo interessato ai cadaveri e ai soldati feriti. Fotografò, invece, molti ufficiali (che pagavano i ritratti) e accampamenti.

Si muoveva attraverso le postazioni con un carro trainato da un cavallo, una camera oscura, con tutto l’occorrente per lo sviluppo delle lastre, completa di letto per il riposo, il cui misterioso aspetto, peraltro, attirava continuamente i tiri dell’artiglieria russa, che lo riteneva, probabilmente, un importante obiettivo militare.

Alla fine riuscì a produrre 300 sudatissime immagini, che mostravano la tranquillità e l’organizzazione di quella spedizione. Le sue foto resero accettabile all’opinione pubblica inglese la spedizione in Crimea

La fotografia è dunque, fin dalla sua nascita, anche immediatamente manipolata, selezionata e usata dal Potere per propri fini, e possono essere mostrate le immagini se consone.

Già nel 1859, per timore di una propaganda negativa, Napoleone III aveva vietato, ai fotografi, i campi di battaglia di San Martino e Solferino. Nel 1861, a Roma, ancora Stato Pontificio, il Cardinale Vicario aveva promulgato un editto che obbligava chi possedeva una macchina fotografica ad uno speciale permesso rilasciato dalla gendarmeria. Nel 1990, durante la prima guerra del Golfo, il Governo americano di Bush padre impedirà a fotografi e giornalisti la presenza sul campo (per cui non si vedranno mai nè feriti né cadaveri): gli unici combattimenti portati all’opinione pubblica saranno i tracciati luminosi dei razzi e le esplosioni notturne, molto simili a quelli dei videogames, dunque non solo accettabili, per l’opinione pubblica, ma addirittura …"entusiasmanti".

Oggi il nostro governo ci propone una campagna "pubblicitaria" (affidata ad un’agenzia francese) per condannare i parassiti della società.

E chi sono questi parassiti? Dalla foto possiamo immaginare che non sono gli eleganti, abbronzati proprietari di Ferrari e di motoscafi di lusso. Non sono quei signori con elegantemente vestiti e con professioni, peraltro, ipergarantite. No: siamo noi.

L’immagine ci mostra un poveraccio dallo sguardo truce e dalla barba lunga. Anche la basetta è irregolare, un lungo basettone. Questo è, per gli audaci ministri e onorevoli, il "parassita"!

Molti di noi si potranno riconoscere in quell’immagine: la barba non fatta, forse per un lavoro che non concede pause, o per notti insonni a causa delle bollette da pagare e una famiglia da mandare avanti… Anche noi creativi, un po’ irregolari, abbiamo talvolta il vezzo del basettone lungo, retaggio della nostra gioventù. E lo sguardo truce non sarà forse dovuto allo sdegno per le menzogne in cui altri vogliono avviluppare la nostra vita (va tutto bene, anche noi onorevoli siamo in trincea, voi donne sposatevi il figlio di qualcuno al potere, la vostra vita non è vostra ma dei medici, dei politici e della Chiesa, meglio bone che intelligenti, etc etc) ?

Gli inglesi, osservò Fenton, riguardo alle sue foto post-guerra, erano alla ricerca di rassicuranti immagini "del villaggio tranquillo, della modesta chiesetta… della quercia nodosa…"

All’età di quarant’anni abbandonò la fotografia per tornare definitivamente alla professione di avvocato. Anche il nostro Parlamento è pieno di avvocati, talvolta addirittura inquisiti.

 

SANDRO FOGLI

fotografo professionista dall'80, ha lavorato nella pubblicità, nella moda e nell'editoria.
Direttore di fotografia per corti e videomaker egli stesso. Ha gestito una libreria dedicata alla fotografia ed al multimediale.
Si dedica alla produzione e realizzazione di mostre e libri che lo riguardano e che sono connessi alla Fotografia. Vive a Roma, lavora dove lo portano la sua curiosità e i suoi progetti.

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