Andrew Rutt. Nuda verita' tra libri e lavoratori, di Sandro Fogli
23/06/2011Alla Biblioteca Angelica è stata esposta i primi di marzo una serie di foto chiamata La nuda verità. Questi lavori, di Andrew Rutt, sono realizzati con il contributo di Steve Bisgrove, onesto fotografo pubblicitario in Roma, e di Marco Bugionovi per la postproduzione.
Rutt è stato l’artista produttore, motore e ideatore artistico sia del progetto che delle immagini, che nascono da un’occasione particolare: l’iniziativa Domenica di carta, tesa a far conoscere al vasto pubblico la rete delle 46 Biblioteche pubbliche statali e dei 135 Archivi di Stato. Questi hanno il prezioso compito di conservare e tramandare quel giacimento inesauribile e in continua espansione rappresentato da manoscritti, documenti, pergamene, libri, giornali, riviste, ma anche disegni, stampe, fotografie, carte geografiche, incisioni e pezzi di grande rarità.
L’idea di partenza del progetto era, dunque, quella di rendere protagonisti i lavoratori della biblioteca, sottolineando come essi ne siano l’anima vivente, ma anche il volto nascosto, e spogliandoli delle loro sovrastrutture visibili (gli abiti). E’ lo stesso Rutt a chiarircelo: “…ciò che mi premeva che emergesse da queste opere era il concetto di una nudità che, colta nel suo rapporto con il libro, fosse capace di rimandare a una dimensione altra: in questo caso l’interiorità della singola persona protagonista della foto”.
L’artista si è quindi concentrato sul tentativo di dare una propria interpretazione sul tipo di mansione svolta abitualmente da quei lavoratori: la signora addetta alle pulizie, per esempio, soffia via una sorta di polvere dorata dai volumi…; i dipendenti, insomma, tra i libri e con i libri… Alcuni sono resi a torso nudo, a ricordo dell’iniziale proposito, illuminati da una luce vagamente caravaggesca.
Non so quanto di questa “interiorità” dei singoli lavoratori emerga veramente da questa serie, quanta della loro “anima” si riesca a cogliere dai 13 scatti, prodotti nel corso di ben 12 giornate e allestiti appesi con fili al ballatoio; non so quanto gli abituali fruitori della Biblioteca abbiano compreso: privati, tra l’altro, sia del catalogo – edito da Electa grazie al meritorio impegno degli avvocati Gianuca Brancadoro e Carlo Mirabile – che non era disponibile al pubblico, sia di un testo di spiegazione, semplice e chiaro, di nuda verità, ad uso proprio di quelle persone che si intendevano sensibilizzare o richiamare con l’iniziativa. Il progetto, per quanto interessante, accattivante e ben confezionato, non ci sembra pienamente riuscito nell’aspetto più propriamente concettuale che dovrebbe filtrare dalle foto, di cui non sempre si riesce a cogliere il significato profondo. Un corpo trapassato dai libri non pare per nulla dilaniato, alcuni tessuti usati in forma di tunica, danno l’impressione, con poca attenzione, di essere sin troppo modernamente ben stirati e piegati… Insomma, non si ritrova nelle immagini quella nudità e verità che, invece, si voleva fare emergere.
Va comunque reso merito a chi porta avanti un lavoro importante, nel quale crede e che si autoproduce. Già. Finiti i tempi dei mecenati che hanno permesso le meravigliose opere d’arte che ancora definiscono Roma, oggi le istituzioni pubbliche chiedono, invece, all’artista, oltre alle idee, anche il personale impegno economico (o la personale ricerca di sponsor) non mancando di presentarsi, poi, graziosamente, quando devono raccogliere i meriti della loro magnanima disponibilità.
Ci si augura che almeno queste istituzioni, in futuro, sappiano osare maggiormente, sia nell’allestimento, che nel contrasto tra antico e moderno, dando spazio ai nuovi artisti delle periferie italiane.
SANDRO FOGLI
fotografo professionista dall'80, ha lavorato nella pubblicità, nella moda e nell'editoria.
Direttore di fotografia per corti e videomaker egli stesso. Ha gestito una libreria dedicata alla fotografia ed al multimediale.
Si dedica alla produzione e realizzazione di mostre e libri che lo riguardano e che sono connessi alla Fotografia. Vive a Roma, lavora dove lo portano la sua curiosità e i suoi progetti.
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